Pubblichiamo oggi la lettera di una mamma di Capoterra, esasperata dopo l'ennesima fila a vuoto per vaccinare il proprio bimbo di 11 mesi nel locale ambulatorio. La denuncia è di una situazione di "completa disorganizzazione".

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"Gentile redazione,

scrivo per rendere nota a tutti la vergognosa situazione di disorganizzazione in cui si trova l'ambulatorio vaccinazioni di Capoterra.

Aperto solo il venerdì mattina - mentre sul sito c'è scritto anche il mercoledì - vaccinano al massimo 25 persone alla volta.

Il meccanismo per accedervi è il seguente: non esiste un 'eliminacode' e appena si arriva in ambulatorio, tramite il passaparola delle persone già presenti, bisogna lasciare il nominativo della persona da vaccinare a un paziente volenteroso che, presumibilmente, è arrivato prima di tutti, alle 6 o 5 del mattino: questa lista farà fede per avere il numeretto alle 8.30, orario di apertura del servizio.

Dato il grande numero di persone che si servono di questo centro, per chi arriva dopo le 7.30 è praticamente impossibile accedere anche solo alla lista per scrivere il proprio nome (quindi niente nome nella lista, niente possibilità di avere il numeretto).

Il risultato, nel mio caso, ha significato due giorni di permesso di lavoro chiesto per nulla. Nell'ultimo tentativo, arrivata alle 8 in ambulatorio con il bimbo di neanche un anno che dovrebbe fare il terzo richiamo, dopo un ora di attesa inutile sono andata via senza aver fatto nulla.

La regola vigente, in particolare, prevede che se il neonato deve essere sottoposto alla prima e seconda dose di vaccinazione "passa" tra due adulti muniti di numeretto – e quindi chi ha un neonato che deve essere sottoposto massimo al secondo vaccino non ha bisogno di numero e forse riuscirà ad essere vaccinato – chi, invece, ha 11 mesi - e quindi, dico io, individuo adulto e autonomo? - dovrebbe essere svegliato alle 5 del mattino per avere il suo nome sulla lista del paziente volontario che si occupa dell'accettazione "abusiva", e dovrà pregare tutti i santi del paradiso per rientrare in quei 25 pazienti ammessi alla vaccinazione.

Ora, chiedo, è possibile che i neonati facciano la fila con una marea di adulti per essere sottoposti alle vaccinazioni obbligatorie?

È già difficile per un adulto avere pazienza per un'intera mattina di fila, figuriamoci un neonato.

Forse è il caso che servizi del genere vengano decisamente rivisti o direttamente chiusi se devono essere lasciati in queste condizioni di completa disorganizzazione".

M.R. - Capoterra

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