Pubblichiamo oggi la lettera della mamma di un giovane cagliaritano che, da quattro anni, frequenta il corso serale all'ITIS Marconi. Al ragazzo e ad altri compagni è stato comunicato che, "a causa della mancata nomina di una collaboratrice scolastica", il corso quest'anno non potrà probabilmente essere attivato.

La domanda che alla nostra lettrice sorge spontanea è se sia questo il modo di riportare le persone tra i banchi, e la speranza è di una pronta soluzione al problema perché questi ragazzi possano proseguire nel percorso di studi intrapreso conseguendo, così, l'ambito diploma.

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"Gentile redazione,

sono la madre di un ragazzo di 22 anni, Luigi, che frequenta il corso serale all'ITIS G. Marconi di via Valerio Pisano, a Cagliari.

Luigi ed i suoi compagni sono giunti al quarto anno di frequenza e sono ragazzi molto determinati nella volontà di conseguire il diploma. I corsi serali si svolgono dalle 19 alle 24, dal lunedì al venerdì; quest'anno sarebbero dovuti iniziare il 18 settembre, ma l'inizio è stato posticipato al 25 settembre in quanto non era ancora stata nominata una collaboratrice scolastica, una bidella, e in assenza di questa figura le lezioni non possono avere inizio.

Il 25 settembre, giorno di previsto avvio delle lezioni, è tuttavia stato comunicato ai ragazzi che l'apertura dei corsi serali è ulteriormente rinviata a data incerta da stabilire, e sempre a causa della mancata nomina della bidella. Non solo: il Vice Preside ha fatto poi presente che, permanendo tale condizione, l'intero anno scolastico è a questo punto a rischio, e cioè potrebbe non avere mai inizio.

Mi chiedo se qualcuno ha davvero voglia di giocare col futuro di questi ragazzi, perché a me pare proprio che invece loro facciano sul serio e non intendano perdere ancora tempo, oltre quello che già hanno perso, ciascuno per ragioni diverse, prima di giungere finalmente alla meta e conseguire il diploma.

È questa la "buona scuola"? È questo il corretto modo di arginare la dispersione scolastica e riportare tra i banchi i ragazzi che comprendono che forse investire sulla propria formazione è il modo più corretto di affrontare un futuro già abbastanza incerto?

Mi auguro che qualcuno possa aiutare a risolvere questa paradossale situazione".

Grazie dell'attenzione,

Susanna Pezzoni - Cagliari

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