La lettera del 19 maggio 2017

"Il Cagliari prenda esempio dalla Juve che sognare non è vietato"

Riceviamo oggi la lettera di un anziano tifoso del Cagliari, che vuole essere un invito, a chi ha a cuore il futuro del calcio isolano, a non smettere mai di sognare. Perché la storia, in questo caso della grande Juve, può avere qualcosa da insegnare, indipendentemente dalla fede calcistica.

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Cara Unione Sarda,

la Juve celebra oggi, con un posto a Cardiff per la finale di Champions, a due giorni dalla meritata vittoria sulla Lazio della terza Coppa Italia consecutiva e a pochi giorni dalla, presumibile, vittoria del sesto scudetto consecutivo, i dieci anni dal ritorno nella massima serie del campionato di calcio italiano.

Due lustri in cui la Juventus è rinata dalle proprie macerie ripartendo dalla Serie B, dopo Calciopoli. E uno straordinario esempio, indipendentemente dalla fede calcistica di ciascuno di noi, che sognare non è vietato.

Da vecchio tifoso del Cagliari ho apprezzato le parole di Zedda in occasione della premiazione della squadra, svoltasi martedì in Municipio, per la permanenza in serie A. Il primo cittadino ha infatti sottolineato le emozioni provate dalla città in occasione dello scudetto del 1970 e l’ultima apparizione europea del 1994, auspicando un pronto ritorno a queste grandi soddisfazioni nella convinzione che, anche per la nostra città, tutto ciò può essere possibile.

La mia lettera non vuole essere il ricordo mosso dal sentimentalismo di un’ormai anziano appassionato, ma un invito, a chi come me ha a cuore il futuro del calcio isolano, a crederci davvero, perché la storia, in questo caso della grande Juve, insegna che con una dirigenza forte, una squadra motivata, il giusto entusiasmo sugli spalti, tutto è possibile.

Franco Loi

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